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Commento alla lettura della "Via dei Simboli"




Utzon vive nel 1956 pienamente immerso nella sua epoca, sente il momento metamorfico della crisi di quei tempi.
Nel 1956 avviene il così detto "sbilanciamento" nel mondo del lavoro (dove il 50,1% dei lavoratori si occupa di informazione);
l'architetto evidentemente, permeato dalla sua contemporaneità, riesce a concepire un'estetica di rottura che lo porta alla realizzazione dell'auditorium di Sidney.
Questo diventa simbolo e monumento atemporale che si manifesta, allora come oggi, nel Museo Guggenheim di Gehry a Bilbao.
Anche adesso si vive un'era di forte trasformazione in cui si carica di coscenza estetica l'architettura.
Questa ricerca verso la soggettività permette a tutti, dal profano agli addetti ai lavori, di palpare, odorare, insomma percepire la vicinanza all'arte.
Tutto ciò porta all'abbandono degli stilemi, ormai superati che si rivolgevano ad una forma scatolare dominata dalla geometria cartesiana/euclidea, verso un nuovo organicismo esprimente un'entità interattiva che produce e acquisisce soggettività.
Tramite nuove geometrie curvilinee-plastiche si materializza il dinamismo inteso come trasformazone, variazione spazio-temporale.
Si giunge dunque ad architetture che fungono da catalizzatrici per eventi percettivi.
Concludendo come direbbe Toyo Ito : "L'architettura oggi è un prolungamento della pelle non solo rispetto al mondo della natura, ma anche a quello dell'informazione".